Le tipicità irpine: il miele e il torrone

Qui il torrone è conosciuto fin dal tempo dei Romani: lo rivelano alcuni scritti dello storico Tito Livio.

Qui il torrone è conosciuto fin dal tempo dei Romani: lo rivelano alcuni scritti dello storico Tito Livio. Addirittura, il poeta latino Marziale coniò la parola “cupedia” per indicare una delle specialità gastronomiche del Samnium, da cui l’uso corrente del termine “cupetari” con il quale sono chiamati i venditori ambulanti di torrone, famosi in tutto il mondo anche per la rinomata capacità e bravura artigianale di produrre centinaia di tipologie differenti di torrone.
Il termine “torrone” avrebbe la sua origine etimologica nel verbo latino “torreo” che, tradotto, significa abbrustolire; ed è un chiaro riferimento alla tostatura delle nocciole e delle mandorle.
In Irpinia, tre sono i punti di eccellenza di produzione del torrone: la frazione di Dentecane e il comune di Venticano, nella parte nord-est dell’avellinese; e Ospedaletto d’Alpinolo, nel Partenio.
Il torrone presenta due varietà, “tenera” e “dura”, con le tradizionali lamine di ostia, ma anche ricoperto con cioccolato fondente. Si compone di due prodotti altrettanto tipici: le nocciòle e il miele, che garantiscono al torrone le ben note caratteristiche di genuinità e dolcezza e lo rendono una delle squisitezze più ambite del popolo di golosi e buongustai.
Da sempre è un prodotto apprezzato e consumato in ogni ambito sociale, e lo si può acquistare e gustare nei negozi alimentari e nelle pasticcerie, nei mercatini settimanali e nelle fiere.
Torrone di Ospedaletto D’Alpinolo
Il paese è noto per la per la produzione del torrone che in questa zona è chiamato “cupeto”.
Ospedaletto D’Alpinolo è un piccolo borgo situato alle falde dei Monti del Partendo. Deve la sua notorietà all’Abbazia di Montevergine, da cui trae origine l’antico rito della “Juta a Montevergine”, la processione della Candelora lungo il sentiero di “Mamma Schiavona”, che  rinnova da tempo immemore il tradizionale pellegrinaggio, tra sacro e profano, in cui i fedeli, sin dai primordi di quest’evento, onoravano la “Mamma Celeste” e consumavano anche il torrone: a dimostrazione della bontà di un prodotto antico che è riuscito ad ammaliare i palati anche in tempi moderni.
Il torrone “cupeto” presenta due versioni. Una versione classica che utilizza al meglio le materie prime del territorio: miele, nocciole avellane, albume ed ostie; ed una versione farcita al pan di Spagna.
Entrambe le tipologie possono essere ricoperte di glassa al cioccolato e prevedere altri ingredienti (frutta secca, castagne, etc.) nella pasta, che diventa più o meno friabile, a secondo del tempo di cottura.

MIELE
Il miele irpino è il più sublime contenitore dell’intero patrimonio naturale di questa terra, le sue qualità sono molto pregiate e rimandano a profumi e fragranze tipiche della biodiversità floristica e vegetazionale e delle coltivazioni del luogo.
E’ tra i più ricercati, consumato nella prima colazione, è molto impiegato in pasticceria per la preparazione di dolciumi e nella produzione del torrone. E’ alla base del tipico torrone “cupeto” di Pietradefusi, Summonte, Venticano, Ospedaletto d’Alpinolo e di Ariano Irpino, preda desiderata del buongusto e della gola.

MIELE DI CASTAGNO
Viene prodotto nel mese di giugno. E’ un miele prodotto con nettare di fiori di alberi di castagno. Il prodotto ha un colore che va dall’ambrato al marrone scuro e non cristallizza. Dall’odore aromatico, ha un gusto forte e penetrante, e un retrogusto lievemente amaro e tannico.
Il miele di castagno è anche molto ricco di minerali, per cui possiede ottime proprietà terapeutiche: è astringente, antispasmodico e decongestionante. Si consuma in abbinamento ideale con formaggi a pasta morbida, ricotta e distillati di frutta.
Nella tradizione alimentare il miele di castagno occupa un posto di grande importanza ed è riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole come prodotto agroalimentare tradizionale italiano.

MIELE DI ACACIA
Il miele di acacia di “Candeo”, proviene dal Parco del Partenio (Av) e viene prodotto nel mese di maggio. È un miele liquido, “minore” per quantità prodotta ma assai ricercato;  finemente delicato, ha colore giallo paglierino chiaro; quando è “puro”, appare quasi cristallino e rivela odori e sapori tenui di confetto e vaniglia.
Si abbina bene a formaggi, in particolare al “pecorino” di breve stagionatura.

Ultimo aggiornamento

28 Gennaio 2022, 16:03